È il mercoledì della scienza della OMF (#OMFScienceWednesday)! Oggi condividiamo il video di una conferenza tenuta dal membro del comitato di consulenza scientifica della OMF, il dr. Olav Mella della Università di Bergen, Norvegia. In questa conferenza, il dr. Mella discute le evidenze a favore di fenomeni autoimmuni e disordini metabolici nella ME / CFS, e di quale potrebbe essere il significato di queste scoperte in termini di trattamenti. La conferenza è in norvegese, ma sono disponibili i sottotitoli in inglese dal menu del video.
Il dr. Mella ha evidenziato i seguenti punti:
- Autoimmunità: è chiaro che il sistema immunitario è coinvolto nella patogenesi della ME / CFS, e ha notato che sebbene ci sia evidenza di autoimmunità, la ME / CFS non si comporta come una malattia autoimmune ‘classica’;
- Genetica: molti studi hanno riportato evidenze di una predisposizione genetica nella ME / CFS, e il suo team sta attualmente studiando delle famiglie per avere una maggiore comprensione di questo aspetto;
- Citochine: ritiene che le numerose anomalie osservate nelle citochine – molecole di segnalazione che possono indicare processi infiammatori – possano riflettere un processo sottostante implicato nella ME / CFS, ma è improbabile che rappresentino la causa o che detengano delle risposte;
- Rituximab: il gruppo del dr. Mella ha investigato il rituximab come possibile trattamento, data infatti l’evidenza che le cellule B sono iperattive nella ME / CFS, ridurne il numero con il rituximab potrebbe avere un effetto terapeutico sui pazienti. Il suo ultimo trial clinico con il rituximab non ha dimostrato miglioramenti significativi nel gruppo di pazienti studiati. Ritiene che i medici dovrebbero essere cauti nel raccomandare l’uso del rituximab, ma ritiene anche che ci sia un sottogruppo di pazienti in cui il farmaco sarebbe efficace. Il problema è che non esiste un marcatore che identifichi questi pazienti;
- Ciclofosfamide: l’ultimo trial clinico del dr. Mella con la ciclofosfamide, un farmaco che determina una immunosoppressione più generale, ha mostrato risultati preliminari più promettenti di quelli avuti con rituximab. Tuttavia i pazienti la tollerano meno – causa nausea.
Per maggiori dettagli, si rimanda al video su YouTube.
La OMF ringrazia Paolo Maccallini per la traduzione.